ANCHE IO – Mi sveglio già pettinata

di Giampiero D’Ecclesiis

Un monologo che ha incantato ed emozionato il pubblico

Una piacevole serata in uno Stabile pieno di spettatori, a godere dell’arte di una brava attrice potentina, emozionata per essere nel suo teatro, in quello che ciascun potentino sente proprio per diritto di nascita, e che ha presentato un bel lavoro scritto da lei medesima, parlando tanto anche della sua città e dei suoi ricordi

Buio in sala, poi musica, un viso sorridente comincia a raccontare.
Si parte dai giochi di bimba e poi ci si incammina tra ricordi e voci, tra i personaggi dell’infanzia, tra le paure e gli scherzi, tra le voci dei vicini che Manola Rotunno mette in scena sulle tavole del Teatro Stabile di Potenza in una scenografia solo all’apparenza disordinata, tra scatole e promemoria che pendono dal soffitto come tanti pensieri sospesi che via via l’autrice attrice svela nel corso della rappresentazione.
La vicina anziana e impicciona, il professore, l’uomo puzzolente e il mistero delle biciclette scomparse, quanti e quanti tasti sono stati suonati in questo lungo monologo da Manola, una stupenda skipper che vira in continuazione il registro dello spettacolo, da momenti di puro divertimento come la visita al teatro abbandonato con lo spasimante abruzzese, alla gioia dello sguardo infantile -gli uomini buoni che portano il latte con l’immagine della mucca sulla busta che altro non sono che gli operatori della Protezione civile-, il babbo sull’elevatore che vola intrepido verso casa per recuperare le chiavi di casa, Rocky IV, no II, no IV, in una divertente gag giocata sulle ultime battute del film di Silvester Stallone.

Una donna e le sue piccole nevrosi, i suoi ricordi gelosi da nascondere nella testa e non far leggere a nessuno, con le sue promesse, quelle mantenute e quelle no, le cose da fare domani, i desideri semplici come quello di far vedere il mare alla cameriera dei genitori.
Tutto catalogato in liste e fogli di carta che altro non sono che pensieri, che volteggiano nella sala accompagnati dalle parole, dalle risate del pubblico che certo si è divertito e molto.
Ad un tratto il registro cambia, cambia la luce e in uno spettrale chiaro di luna, le parole percorrono itinerari dolorosi, cumuli di occhiali abbandonati, masse di capelli, valigie, ricordi di una visita che volano come farfalle notturne, come le anime degli uomini, delle donne, dei bambini di Auschwiz-Birchenau. L’odore delle mandorle amare dello Ziklon B sembra quasi spargersi tra le poltroncine del teatro e si fa silenzio.
Un silenzio che non è gelo, un silenzio che è pensiero, meditazione.
Ma Manola è uno skipper capace, come ho detto, e vira ancora, per riportare nuovamente la linea della sua narrazione verso atmosfere più lievi, lo fa con grande maestria, quasi non ci si accorge del cambio di atmosfera ed è davvero un’impresa titanica riuscirci.
Sarò riuscito a darvi un’idea di quanto divertente, inatteso, profondo e godibile sia stato lo spettacolo “Mi sveglio già pettinata” che ho visto venerdì sera al Teatro Stabile di Potenza? Non so proprio, posso dirvi che a me è piaciuto molto, belle le scene, brava l’attrice, belli i testi peraltro scritti dall’attrice medesima.
Una piacevole serata in uno Stabile pieno di spettatori, a godere dell’arte di una brava attrice potentina, emozionata per essere nel suo teatro, in quello che ciascun potentino sente proprio per diritto di nascita, e che ha presentato un bel lavoro scritto da lei medesima, parlando tanto anche della sua città e dei suoi ricordi.
Ci sono diverse chiavi di lettura, a mio parere, del lavoro di Manola Rotunno, quello immediato che viene dalla sua vena comica, dalla scoperta di comuni riferimenti geografici, di ricordi, di volti comuni e un’altra, più profonda, più intima, che svela un animo gentile capace di accarezzare i ricordi, di guardare con tenerezza al passato, di coccolarlo e coltivarlo come il giardino segreto e che generosamente l’autrice-attrice condivide con gli spettatori.
La regia di Leonardo Buttaroni che ha costruito una messa in scena dosata nei tempi e nelle soluzioni adeguatamente integrata con la scenografia che è scivolata lieve, tra momenti di divertimento e momenti di riflessione, è stato un gran bell’incontro quello con Manola e la sua capacità artistica.
Arrivederci a presto Manola, magari di nuovo con il tuo spettacolo che sono convinto meriterebbe qualche replica.
Del resto, dato il titolo dello spettacolo, come avrebbe mai potuto non piacere a me che, per motivi diversi, ormai da anni, mi sveglio sempre perfettamente pettinato?
Un’ultima riflessione, rivolta ai lamentatori di professione, ai portatori di cilicio che nella città di Potenza oramai sembrano sempre più proliferare, la città delle tante compagnie teatrali, la città degli attori, degli scrittori, delle scrittrici, la città di Manola Rotunno, è viva più che mai, gli unici morti non se ne accorgono.

Incontro Manola la sera del sabato, scambiamo due chiacchiere.

Raccontami brevemente le tue esperienze teatrali
Ho cominciato ai tempi dell’università, curiosità, passione, i primi laboratori teatrali, ho esordito con lo spettacolo Caviale e Lenticchie, la mia prima grande emozione, poi mi sono ripiegata a studiare frequentando laboratori teatrali e alternando esperienze di scrittura e di recitazione. Ho vissuto una esperienza a Parigi dove ho potuto confrontarmi con una realtà
senz’altri diversa e stimolante.

Quanto c’è della tua terra nel tuo spettacolo?
Lo spettacolo parte dalle mie radici.
E’ stato un rapporto non sempre facile che ad un certo punto si è interrotto quando, più giovane, ho pensato di andar via senza voltarmi indietro. Il tempo cambia le cose, si matura, ci si costruisce come persone e si scopre di avere il rimpianto, che perfino molte cose che avevo criticato mi mancavano, ho sentito forte il richiamo della nostalgia. Della mia terra, della mia gente mi sorprende sempre l’empatia , la disponibilità che non traspare mai in maniera plateale ma che emerge sempre nei gesti concreti di tutti i giorni, la vicinanza discreta dei piccoli gesti.

Il tuo regista-psicologo, come lo hai definito tu, è qui con noi, quanto è stata la lunga la seduta post spettacolo? Leonardo sorride soddisfatto
È andata benissimo, la chiave è stata dirgli pochi minuti dall’inizio – fallo per te, recita per
te questa sera- ed è andata bene.

Raccontami che stai preparando di nuovo
Sto pensando di scrivere uno spettacolo sul terremoto, sono impegnata con una serie di spettacoli per bambini, nei dintorni di Roma per ora, e, naturalmente sono impegnatissima a portare avanti il mio “Mi sveglio già pettinata”.


Un saluto a Manola Rotunno un altro pezzo di questa Potenza che va per il mondo portando in giro, tra le altre cose, frammenti di ricordi, liste di memorie tra cui, importanti, ci sono anche le sue radici.